Monolandia, Natura e scienza, Salute e benessere

”IL DEPLOREVOLE INGANNO DELLE “MASCHERINE”

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Dott. Massimo Coppolino, biologo. 

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“Usarle così non ha senso, creano solo danni!”

Parliamoci subito chiaro: portare le mascherine,  siano esse chirurgiche, FFP2 o FFP3 non importa, all’esterno, in ambiente non sterile e per ore, non è salubre e provoca a lungo termine gravi allergie e infezioni delle alte e basse vie respiratorie. E non ha senso il paragone fatto con i medici o i chirurghi che indossano la mascherina, “tutto il giorno”. 

Innanzitutto, il medico indossa, in corsia la mascherina solo quando necessario, cioè, se ritiene di poter essere influenzato o se è in presenza di un paziente immunodepresso; il chirurgo la indossa in sala operatoria. Ora, non so quanti siano medici specialisti, anestesisti, chirurghi o ferristi, ma credo che pochi conoscano l’ambiente di cui parlano, soprattutto, evidentemente, quei pseudomedici (il dubbio è lecito) che usano questo esempio come propaganda.

La sala operatoria è una stanza isolata dall’ambiente esterno, la cui aria viene filtrata da 6 ad 8 volte ogni ora con filtri antibatterici ed antimicrobici, che viene svuotata e sterilizzata subito dopo ogni intervento e che, durante la chiusura, è sterilizzata continuamente attraverso l’uso di lampade a raggi UV. Non contiene patogeni, altrimenti andrebbero ad infettare il paziente sottoposto ad intervento. 

Non solo: i sanitari che operano in sala operatoria, cambiano la mascherina, a seconda della durata dell’intervento, da 6 ad 8 volte (al massimo ogni mezz’ora) e non lo fanno solo per la salute del paziente, ma anche per la propria. Infatti, nell’espirato polmonare (l’aria che “buttiamo fuori”, per intenderci) sono contenuti tutta una serie di patogeni con cui siamo venuti in contatto attraverso l’aria esterna e che , normalmente, il nostro organismo ingloba ed elimina attraverso la respirazione. Sono batteri, muffe, funghi e anche residui cellulari che, se infetti, contengono virus. Il vapore acqueo ed il muco presenti nell’espirato, se presente una barriera come la mascherina, vi si depositano, formando un sottilissimo ma impenetrabile film, che ottura i pori del tessuto e cattura tutti quei patogeni che il nostro organismo tende ad eliminare. 

Al momento della inspirazione, addirittura, li ributtiamo dentro! Tra questi vi sono stafilococchi, streptococchi, muffe, candida, funghi, virus….soprattutto si tratta di patogeni che colonizzano le vie respiratorie superiori e inferiori, aumentando così a dismisura la concentrazione, e provocando, nel tempo, polmoniti, bronchiti, faringiti, laringiti anche di forte intensità. 

Inoltre, queste mascherine vengono indossate all’esterno e in ambienti non sterilizzati, dove vengono a contatto con il particolato atmosferico e lo “catturano” a causa dell’effetto elettrostatico tipico dei tessuti che le compongono e che, normalmente, servirebbe a bloccare il droplet emesso con la espirazione, aumentando a dismisura la presenza di patogeni, inclusi i metalli pesanti, presenti nell’aria della città, con ulteriori gravissime conseguenze per la salute, incluso l’accumulo di CO2, presente non solo nel nostro espirato, ma anche nell’aria cittadina. 

Per non parlare, poi, della insana abitudine di poggiare le mascherine dove capita o di metterle in tasca! Ci sono batteri, come quello della tubercolosi, per fare un esempio, che sopravvivono nelle polveri sottili fino anche a 5 anni e noi che facciamo? li coltiviamo sulla mascherina da cui, poi, li respiriamo! Ora, dico io, facciamoci quattro conti: indossiamo la mascherina per proteggerci da un possibile contagio del virus SARSC-COV-2 , contagio che statisticamente avviene nel 3,5% dei casi e che, anche se sviluppa la COVID, questa può essere curata a domicilio con il 96% di possibilità di guarigione totale e, facendolo, ci infettiamo, con una probabilità del 100% con i batteri e i virus che il nostro corpo, così saggiamente, ha cercato di eliminare! BRAVI NOI! Io non so come un governo, su suggerimento di un Comitato Tecnico Scientifico possa consigliare o, addirittura, ordinare, una corbelleria del genere, di sicuro so che è, e sarà, causa di un aumento esponenziale di patologie respiratorie che porteranno alla crescita vertiginosa dei ricoveri ospedalieri dove verrà fatto un “tampone” che, per cross-reattività con i virus ed i batteri che popolano il nostro organismo, ci farà classificare come “pazienti COVID” con una probabilità di errore non inferiore al 75%, andando così ad alimentare il numero dei “ricoveri per COVID” e, in caso di decesso, dei “morti per COVID”, quando la vera ragione dell’aumento dei ricoveri è, si attribuibile al virus SARS-COV-2, ma solo nel 25% dei casi: il restante 75% sono patologie respiratorie causate da batteri (non esiste, infatti il “virus della polmonite”) che noi stessi abbiamo fatto prolificare con le mascherine usate in modo inidoneo. 

Perchè tutto questo? I romani dell’epoca imperiale dicevano “qui prodest?”, cioè, chi ci guadagna? Produttori di mascherine, in primis e produttori di vaccini, la cui richiesta sale all’aumentare della paura e di una “falsa emergenza”, alimentata dai numeri “gonfiati ad arte” e da una catena illogica di provvedimenti legislativi (vedasi, ad esempio il lockdown che ha costretto a convivere persone sane con persone infette, anzichè isolarle in strutture protette, aumentando di centinaia di volte i malati e di decine di volte i morti per o con COVID,  o il divieto ai medici di recarsi a visitare i pazienti, impedendo una diagnosi precoce della COVID, con conseguente ricovero in condizioni critiche e, quindi, aumento dei numeri di ricovero e dei morti), provvedimenti che hanno favorito di sicuro le grandi multinazionali ma che, altrettanto sicuramente, non hanno favorito la salute pubblica, sia essa fisica che psicologica, oltre ad avere quasi annientato l’economia del Paese. 

Agli incapaci di ragionare o ignoranti totali in materia di prevenzione e cura: provate a chiedere a qualsiasi laboratorio di fare una coltura in capsula petri del tampone eseguito dopo una sola ora in cui portate la mascherina, e vedrete crescere tappeti di batteri e muffe e funghi patogeni che la mascherina vi ha impedito di eliminare. Poi chiedetevi se il governo Conte ha realmente pensato al bene vostro e dei vostri figli.

Ad maiora.”

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Fonte: srs di  Dott. Massimo Coppolino, Palermo:  da theunconditionalblog.com del  21 marzo 2021

Link:  https://www.theunconditionalblog.com/il-deplorevole-inganno-delle-mascherine/

Cultura varia, Economia e lavoro, Persone e personaggi, Salute e benessere, Veneto, Veneto Serenissima Repubblica

IL MEDICO DELLA PESTE,  LA PIÙ INQUIETANTE DELLE MASCHERE VENEZIANE

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Il Medico della Peste è sicuramente la più inquietante delle maschere di carnevale veneziane

Negli ultimi anni, la maschera del Medico della Peste è diventata molto conosciuta, quasi pop, grazie soprattutto a videogiochi di successo come Assasin’s Creed e diversi film. Nell’universo Steampunk, se ne trovano molte versioni. Grazie a questa popolarità, il Medico della Peste, un tempo simbolo terribile di morte e disperazione, viene oggi scelto come costumecosplay o vestito di Halloween.

 Ma com’era e a cosa serviva davvero la maschera del Medico della Peste?

Sappiamo poco sulle origini, ma è noto che la figura del Medico della Peste era diffuso in tutta Europa già nel medioevo. Nel XVII secolo, un famoso medico francese, Charles de Lorme, perfezionò la maschera del Medico della Peste, conferendole l’aspetto che conosciamo.

Questa era una maschera pratica, cioè veniva usata effettivamente dai dottori e chirurghi come uniforme medica per proteggersi dal morbo quando andavano a visitare i malati di peste. 

Il principio era quello di isolare il curante, prevenendo il contatto diretto con i corpi degli appestati. Il vestito, che copriva interamente il Medico della Peste da testa a piedi, era in tela cerata, ben chiusa intorno alla maschera.

La maschera del Medico della Peste copriva il viso con un ovale in cui si aprono due fori tondi, all’altezza degli occhi.

Questi fori erano sigillati da due pezzi di vetro fissati alla maschera. Nella parte inferiore del viso, si allungava un poderoso naso adunco, a mo’ di grosso becco.

Sui lati del “becco”, erano praticati due tagli orizzontali, per far passare l’aria. Il becco veniva poi riempito di erbe aromatiche, così da filtrare e purificare l’aria respirata dal Medico della Peste per evitare il contagio. Secondo la dottrina miasmatico-umorale, il contagio era infatti attribuito all’”aria cattiva”. Possiamo dire che questo fu il primo tentativo di maschera antigas. 

Le mani erano coperte da guanti. La bacchetta, che il Dottore della Peste impugna sempre in tutte le (poche) raffigurazioni antiche, completava l’uniforme. Questa serviva specificatamente a non toccare direttamente i corpi degli appestati.

Il significato profondo del Medico della Peste

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La maschera del Medico della Peste aveva sicuramente un uso pratico ma perché aveva un aspetto così terrificante? Il significato profondo ha probabilmente a vedere con la superstizione e la concezione antica della malattia, più che con le necessità materiali dei curanti.

A qui tempi, non si sapeva nulla di microbi o virus, ma si pensava piuttosto che la malattia fosse portata dagli spiriti, o “influenze negative” che causavano disordine negli umori del paziente. La maschera serviva da una parte a impedire che gli spiriti, attraverso l’aria, entrassero nel corpo del medico e, dall’altra, a spaventarli e scacciarli.

Il Medico della Peste come costume di carnevale, oggi e ieri

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La maschera del Medico della Peste finì per diventare sin dai tempi antichi, un vero costume di carnevale. Come spesso succedeva, il costume aveva un significato apotropaico, ovvero serviva a evocare il male (o meglio, il ricordo del male) per vincerne la paura recondita che tutti nutrivano. 

Il giorno di martedì grasso a Venezia, gruppi di Medici della Peste sbucavano dalle calli, ricordando ai passanti di tornare a più miti costumi, dopo settimane o mesi di bagordi sregolati. Una goliardata, certo, ma al contempo un’usanza che alludeva a una comune coscienza dei terribili anni in cui la peste martoriava la popolazione di Venezia. Una sorta di memento mori durante l’ultimo giorno di carnevale. 

In tutta Europa e specialmente a Venezia, la peste si ripresentava continuamente. Famose sono le pestilenze del 1630 e ancor di più quella del 1575, che sterminò un terzo della popolazione veneziana!

La memoria di tutto questo ormai è perduta, e grazie alla moderna medicina, non possiamo più capire fino in fondo l’angoscia profonda che la maschera del Medico della Peste suscitasse nei secoli passati.

Oggi il Medico della Peste è solo una delle tante maschere di carnevale veneziane o costume di Halloween. Eppure, il suo aspetto terrificante riesce ancora a suscitare un misto di curiosità e inquietudine. Non è un caso che si ritrovi in diversi film e altri prodotti popolari assolutamente contemporanei come i videogiochi. 

Nel modo colorato e bizzarro dei costumi cosplay, il Medico della Peste si ripresenta in varie versioni, anche se spesso più simile ad un uccello terrificante che all’originale. 

Proprio da una fusione tra un Medico della Peste e un corvo nasce poi la versione steampunk della maschera. In effetti, la forza evocativa del Medico della Peste si adatta perfettamente all’universo decadente e corrotto dell’universo steampunk. 

Per noi mascherai di Ca’ Macana, è interessante che la maschera del Medico della Peste continui ad affascinare e incuriosire anche a secoli di distanza dal suo effettivo uso nella vita quotidiana. Per questo, siamo contenti di riproporla tra le maschere decorative e come costume di carnevale.

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Fonte: da CA MACANA.. Maschere di carnevale veneziane

Link: https://www.camacana.com/it/

Natura e scienza, Salute e benessere, Veneto Serenissima Repubblica

LA PESTE, LE EPIDEMIE DEL PASSATO A VENEZIA E I LAZZARETTI COME EFFICIENTE SOLUZIONE DI PREVENZIONE.

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Scritta in turco ottomano che si trova all’interno del Teson alle Merci (l’Hospitale) del Lazzaretto Vecchio. — (Archivio Venipedia/Bazzmann)

La morte nera, così veniva chiamata, è stata causa di numerose vittime e di grandi epidemie, nel passato. Un viaggio alla scoperta della malattia e di come ha influito a Venezia nel terribile periodo delle pestilenze, i rimedi, le prevenzioni e i Lazzaretti: un modello di efficienza ed efficacia esportato poi in tutto il mediterraneo fino ai nostri giorni.

Durante il medioevo di peste “ci si ammalava senza una ragione e ugualmente si guariva in maniera casuale“.

CHE COS’È LA PESTE?

Il vocabolo “peste” ha origini dalla parola indoeuropea pes, soffio mortale, che non nasce per caso dato che la diffusione della malattia è rapidissima, così come l’esito della stessa. La persona contagiata muore nel giro di due, massimo sei giorni e la sua diffusione è altrettanto fulminea. In brevissimo tempo, tutta la popolazione viene, o può venir colpita con una mortalità che raggiunge addirittura il 70% dei contagiati.

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Dominio potere e violenza, Natura e scienza, Salute e benessere

L’APPELLO DELL’EX SENIOR DELLA BILL GATES FOUNDATION GEERT VANDEN BOSSCHE: “FERMATE LA VACCINAZIONE O SARÀ CATASTROFE”…..

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Luglio 2021

“Sta diventando sempre più difficile immaginare come le conseguenze dell’ampio ed errato intervento umano in questa pandemia non stiano per spazzare via gran parte della nostra popolazione umana. Si potrebbe pensare solo a pochissime altre strategie per raggiungere lo stesso livello di efficienza nel trasformare un virus relativamente innocuo in un’arma biologica di distruzione di massa”. A sostenerlo è Geert Vanden Bossche, ex responsabile del programma senior della Bill and Melinda Gates Foundation in Vaccine Discovery, ex capo dell’Ufficio per lo sviluppo dei vaccini per l’equivalente tedesco del CDC e professore universitario, il quale ha pubblicato una lettera aperta alla comunità scientifica e al mondo avvertendo che il presente programma di vaccinazione di massa potrebbe “spazzare via gran parte della nostra popolazione umana”.

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Conoscenza, Cultura varia, Persone e personaggi

POI CI SONO LORO … I FOLLI.

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Dedicato ai folli, a chi ha lasciato la comoda sedia della sicurezza, a chi ha abbandonato il vialetto di casa, a chi non è stato compreso…

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“Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà l’intera vita a credersi stupido”.
Albert Einstein

Molti imprenditori, rivoluzionari, ora miliardari, considerati geni innovatori, hanno abbandonato gli studi. Hanno preso la porta prima che fosse ora di prenderla. Hanno sfondato la porta quando la porta era chiusa a chiave.

Chi li conosceva mentre uscivano sgommando dal loro vialetto?

Chi li conosceva quando abbandonavano il college fra gli improperi dei padri e le delusioni sempiterne delle madri?

E ora forse li conosciamo? Li conosciamo davvero?

I loro genitori li conosceranno, ora, li riconosceranno?

Ci sono tante persone fortunate là fuori, tutto per bene, in orario, persone perfettamente cronologiche, una scalata di sì ai voti e ai sentimenti.

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Dominio potere e violenza, Natura e scienza, Salute e benessere

PUBBLICATI SU THE LANCET I RISULTATI DELLE AUTOPSIE ESEGUITE SU PAZIENTI COVID ITALIA

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Sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet i risultati delle autopsie eseguite all’Ospedale di Bergamo e al “Luigi Sacco” di Milano su pazienti deceduti per Coronavirus. Per il Papa Giovanni hanno contribuito il direttore del Dipartimento di medicina di laboratorio Andrea Gianatti e i suoi colleghi anatomopatologi Aurelio Sonzogni e Ahmed Nasr.

I ricercatori hanno analizzato campioni di tessuto polmonare da 38 pazienti, 33 uomini e cinque donne, con un’età media di 69 anni, deceduti per COVID-19 nei due ospedali lombardi tra il 29 febbraio e il 24 marzo 2020. Al momento del ricovero, tutti i pazienti presentavano caratteristiche cliniche e radiologiche di polmonite interstiziale.

Tutti i casi hanno mostrato un danno alveolare diffuso, come congestione capillare, necrosi, edema e trombi.

“Le autopsie hanno mostrato che l’organo maggiormente colpito dal virus è il polmone e la causa della morte l’insufficienza respiratoria acuta – ha spiegato Gianatti -. 

Come causa di morte  abbiamo trovato anche trombi estesi anche a livello della sezione destra del cuore e tutti i pazienti presentavano grosse ostruzioni dell’arteria polmonare e piccole occlusioni disseminate in vene e arterie periferiche. La nostra esperienza, le cui conclusioni sono riassunte in questa pubblicazione, ha dato un contributo importante alla cura dei pazienti con Coronavirus, in particolare rispetto alla necessità di intervenire sulla coagulazione con eparina e di usare il cortisone per ridurre l’infiammazione a livello vascolare”.

Data di pubblicazione:
09 giugno 2020  Federica Belli – Ufficio comunicazione
comunicazione@asst-pg23.it

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Link: https://www.units.it/sites/default/files/media/documenti/notizie/articolo_ebiom_103104.pdf

Dominio potere e violenza, Economia e lavoro, Società e politica internazionale, Storia moderna e revisionismo

CAPIRE PERCHÈ RUSSIA E AMERICA SI SONO ALLEATE NELL’ULTIMA GUERRA MONDIALE

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25 aprile 1945   la liberazione: in questi giorni che stiamo a casa approfittiamo per fare ricerche e studiare la storia per comprendere i tempi contemporanei, ad esempio come diceva Giacinto Auriti:”…Capire perchè Russia e America si sono alleate nell’ultima guerra mondiale…” 

Auriti : << …Che cosa è avvenuto…la Vandea è stato un fermento romantico, pieno di contraddizioni…gli storici…alcuni hanno detto: “la Vandea in Francia è un episodio di cui i francesi sono orgogliosi e allo stesso tempo si vergognano”. Cosa è avvenuto nella Vandea in Francia? La reazione all’avvento dell’Usura!… Come quella che è avventa in Italia col fascismo…la stessa cosa avviene in Spagna con la Falange… col peronismo in Argentina… con Salazar in Portogallo…con Codreanu in Romania…con l’avvento del regime comunista in Russia, con la cacciata degli Zar in Russia si costituisce in Russia non lo stato socialista, perchè lo stato socialista in senso romantico non è mai esistito, ma il capitalismo di stato…significa che si è creata la più grande società anonima della storia nello stato socialista…la proprietà è del fantasma stato e non dei cittadini…

Questa distinzione ci fa capire perchè Russia e America si sono alleate nell’ultima guerra mondiale…perchè erano le due facce del capitalismo…il capitalismo liberale ha spogliato i popoli con la moneta-debito, mentre il capitalismo di stato ha spogliato i popoli con la norma costituzionale degli stati socialisti che ha tolto la proprietà dei mezzi di produzione dai cittadini per darlo al fantasma giuridico stato, cioè alla classe dominante…quella che comanda e mangia per rappresentanza…

 

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Archeologia, Archeologia Verona, Lessinia, Storia e arte - Verona, Veneto

SVELATA LA PROVENIENZA DELLA PIETRA DELLA CELEBRE “VENERE” GRAVETTIANA DI WILLENDORF: E’ ITALIANA, DELLA LESSINIA!

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La “Venere” gravettiana di Willendorf

La piccola scultura litica femminile di Willendorf, alta 110 mm, risalente a circa 30.000 anni fa e appartenente alla tipologia delle cosiddette “Veneri” del Gravettiano, è un’autentica icona del Paleolitico, rinvenuta sulle rive del Danubio nel 1908 ed esposta nel Museo di Storia Naturale di Vienna. Recentemente è stata ristudiata da un gruppo di specialisti austriaci e tedeschi, che hanno appena pubblicato uno studio su Scientific Reports. Le analisi condotte con tomografie microcomputerizzate rivelano l’origine, la scelta del materiale e le caratteristiche della superficie nella quale è stata scolpita, una tenera oolite del Mesozoico. Dopo aver campionato molti affioramenti oolitici su un raggio di 2500 km dalla Francia all’Ucraina, è stata trovata una corrispondenza sorprendentemente stretta con la granulometria del calcare oolitico del Lago di Garda, soprattutto dall’area di Sega di Ala nei Monti Lessini, tra Trentino e Veneto. Tutto ciò sembra suggerire una notevole mobilità delle popolazioni Gravettiane così come un trasporto su lunghe distanze di manufatti da sud a nord ad opera di gruppi di cacciatori-raccoglitori sapiens, prima dell’ultimo massimo glaciale.

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Lessinia, Storia e arte - Verona

IL FENOMENO DEL BRIGANTAGGIO NELLA LESSINIA DEL PASSATO

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Con il termine  brigantaggio  si  è soliti definire una forma del banditismo  caratterizzata da azioni violente a scopo di rapina ed estorsione, mentre in altre circostanze esso assume risvolti insurrezionalisti   su fondo   politi sociale..

Sebbene il fenomeno abbia origini remote che si perdono nella notte dei tempi, e nei vari periodi storici e territori diversi, nella storiografia italiana, questo termine si riferisce generalmente alle bande armate che erano presenti nel Mezzogiorno d’Italia tra la fine del XVIII secolo e il primo decennio successivo alla proclamazione del Regno d’Italia.

L’attività del brigantaggio assunse connotati politici e anche religiosi solo all’inizio del XIX° secolo, con le sollevazioni sanfediste antifrancesi. Fu duramente repressa all’epoca del Regno di Napoli e durante l’occupazione napoleonica, borbonica e risorgimentale, allorquando, dopo essersi ulteriormente evoluta, si oppose alle truppe del neonato Stato Italiano.

In questa fase storica, sia all’interno che al di fuori di queste bande e mossi anche da motivazioni di natura sociale e politica, agivano gruppi di braccianti ed ex militari borbonici.

Con il termine brigante si descrive generalmente una persona la cui attività è al di fuori della legge (contra legem). Spesso venivano definiti briganti, in senso dispregiativo, i combattenti ed i rivoltosi in particolari situazioni sociali e politiche. L’origine della parola non è ancora chiara e diverse sono le ipotesi formulate.

Il brigantaggio sin dalla sua genesi aveva – ed ha tuttora – come causa di fondo la miseria. Oltre a mera forma di banditismo (soprattutto nel Medioevo), il fenomeno ha spesso assunto connotati di vera e propria rivolta popolare. In età moderna, furono coinvolti vari strati sociali, con connessioni e complicità tra signori e banditi, investendo indifferentemente zone urbane e rurali. 

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