Economia e lavoro Verona, Lessinia

DALLA LESSINIA, LA SCARPA PER LO SPAZIO.

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Si chiama Grigua e viene prodotta a mano dal calzaturificio Gaibana di Corbiolo.

 

Inventata nel 1998 dai fratelli Vinco di Bosco Chiesanuova per il torrentismo, da sei anni questa particolare calzatura è la scarpa ufficiale dell’ESA, l’Agenzia spaziale europea della NASA. Viene utilizzata per gli addestramenti nelle cavità più profonde della terra. La indossano gli astronauti di tutto il mondo.

 

Sono lì, posizionate all’interno di una teca verticale multipiano in vetro trasparente, assieme alle immagini autografate del canadese Jeremi Hassen, degli italiani Paolo Nespoli e Luca Parmitano, o della statunitense Jessica Meir. Stiamo parlando delle scarpe tecniche artigianali Grigua, prodotte a mano, una a una, dai fratelli Daniele, Pierangelo e Roberto Vinco del calzaturificio Gaibana di Corbiolo, e utilizzate dal 2013 dai più noti astronauti dell’ESA, l’Agenzia spaziale europea della NASA.

 

Calzature speciali, dicevamo, nate nel 1998 per il torrentismo e scoperte dall’ESA circa sei anni fa grazie allo speleologo veronese di fama mondiale Francesco Sauro, che le ha mostrate agli astronauti per la prima volta, indossandole, durante una delle sue frequenti esplorazioni nelle cavità più nascoste della Terra.

 

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Alimentazione e gastronomia, Lessinia

LA GRASPIA, EL VIN PICOLO DEI PITOCHI

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In passato anche sui nostri monti Lessini quasi tutti i proprietari terrieri che utilizzavano la manovalanza (“i laorenti a jornàda”) per i lavori nei campi, quali ad esempio i “segàti”, usavano somministrare a ciascun operaio circa un litro di vino al giorno; per questo uso erano soliti produrre e/o acquistare una certa quantità di vino “annacquato” e acidulo.

Questa bevanda, le cui origini si perdono nella notte dei tempi, in passato era conosciuta con varie denominazioni, nel veronese ed in Lessinia in particolare era noto come “graspìa o vìn piccolo”; si otteneva dall’acqua pura versata nella vinaccia e lasciata per più giorni in fermentazione nel tino.

 

Essa generalmente difettava di grado alcolico e tendeva con facilità ad alterarsi, ma ciò dipendeva esclusivamente dalla mancata conoscenza dell’epoca di saper ottimizzare il processo per poter ottenere buoni risultati.

 

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Cultura varia, Etnie popoli e nazioni

OGNI PERSONA COLTA SU QUESTA TERRA HA DUE PATRIE: LA PROPRIA E LA SIRIA.

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Delle tre religioni mondiali, che venerano un solo Dio, l’ebraica e la cristiana sono nate in Siria.

 

L’Islam ha raggiunto in Siria il suo rigoglio maggiore.

 

I fedeli di tre religioni guardano da ogni parte del mondo verso i santuari disseminati in tutta la Siria.

 

Fu in Siria che, per la prima volta nella storia, fu fondato un regno dello spirito, e per la prima volta un’idea fondò il proprio dominio su tutta la potenza e lo splendore della terra. Fu l’idea che il mondo è stato creato da Dio e che l’uomo è un’immagine di Dio.

 

Fu in Siria dove fu annunciato per la prima volta che l’uomo è fratello dell’uomo.

 

La Siria è stata maestra di morale a tutta l’umanità.

 

A ragione Philip K. Hitti, storico di questi luoghi, dice che ogni persona colta su questa terra ha due patrie: la propria e la Siria.

 

(Peter Bamm)

 

 

Monade e satira

DA DOVE DERIVA IL TERMINE CRUCCO?

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Il termine “crucco” è un adattamento italiano del serbocroato “kruch”, che significa pane.

 

La parola risale alla seconda guerra mondiale, quando i soldati italiani la utilizzarono per soprannominare gli abitanti della Iugoslavia meridionale con cui venivano in contatto. Per questo motivo, quella regione veniva chiamata anche “terra crucca”.

 

In un secondo tempo il termine, anche nella forma “cruco”, venne applicato dai soldati che combattevano in Russia e poi dai partigiani ai soldati tedeschi (nella foto, un gruppo di ufficiali dell’esercito della Germania posa con Adolf Hitler).

 

Come aggettivo, “crucco” fu riferito, in senso dispregiativo, a tutto ciò che era tedesco. Ora è sinonimo anche di persona testarda.

 

Fonte: da Focus del 11 ottobre 2002

Economia e lavoro Verona, Società e politica, Storia Italia

IUS SOLI? I ROMANI NON SAPEVANO COSA FOSSE. COSÌ SI DIVENTAVA CITTADINI NELL’URBE

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Foro Augusteo 

 

 

Di Adriano Scianca – 15 giugno 2017

 

Roma, 15 giugno – Non c’è marchetta all’immigrazione che non tiri in ballo Roma, la “aperta”, “tollerante”, “colorata” Roma, contrapposta alla chiusura delle polis greche.

 

È vero che, a differenza di queste ultime, l’Urbe non conobbe mai mito dell’autoctonia. Da qui a farne l’antesignana della società multirazziale ce ne passa.

 

Proprio il dibattito sullo ius soli è, a questo riguardo, interessante. Come si diventava cittadino, a Roma? Ha scritto Eva Cantarella (pur aggiungendo in seguito le frasi di prassi sui romani come campioni dell’assimilazione): “Back to the Romans, quindi, torniamo ai romani. Per i quali la soluzione era chiara: la cittadinanza si acquistava iure sanguinis.

 

Come scriveva il giurista Gaio, nel II secolo d. C., nel suo celebre manuale di Istituzioni, erano cittadini romani i figli legittimi di un cittadino, ovvero quelli naturali di una cittadina. La regola, infatti, voleva che i figli nati da un matrimonio legittimo seguissero la condizione del padre al momento del concepimento, e che quelli nati fuori del matrimonio seguissero la condizione della madre al momento della nascita”.

 

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Economia e lavoro, Religione Chiesa Cattolica, Società e politica

SAN FRANCESCO IL REDDITO DI CITTADINANZA LO AVREBBE BOCCIATO

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Il professore Stefano Zamagni, 74 anni

 

 

ZAMAGNI «Per i francescani la cosa più importante è produrre lavoro», spiega l’economista, docente all’Università di Bologna e padre degli studi sul Terzo settore. Che boccia la proposta di Grillo e dei Cinque Stelle

  

Professor Zamagni ha visto Grillo alla Perugia-Assisi? Sostiene il reddito di cittadinanza per tutti nel nome di San Francesco

“Guardi, per mettere fine al dibattito basta una cosa sola: già nel 1300 i frati francescani girando per l’ Italia solevano dire che l’ elemosina serve a sopravvivere ma non a vivere, perché vivere significa produrre e l’ elemosina non aiuta a produrre”.

 

Dunque San Francesco la pensava diversamente?

“Quello che i francescani hanno sempre negato è l’ assistenzialismo. La dignità non si realizza nel mangiare, ma nel produrre. Quindi la missione era dare a tutti la possibilità di produrre, che significa lavorare. La divisione del lavoro, che è un’ idea forte dei francescani, serviva a dare a tutti, anche ai più deboli (i disabili, i poveri) la possibilità di produrre e dunque di lavorare, che è qualcosa di connaturato alla dignità dell’ uomo”.

 

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Islam, Religione Chiesa Cattolica

SAN GIOVANNI BOSCO E L’ISLAM

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San Giovanni Bosco demolisce l’Islam

 

“Troppo lungo sarebbe il riferirvi tutto quello che le storie raccontano di questo famoso impostore (…).

La religione di Maometto consiste in un mostruoso mescolamento di giudaismo, di paganesimo e di cristianesimo.

Maometto propagò la sua religione, non con miracoli o con la persuasione delle parole, bensì con la forza delle armi.

Religione che, favorendo ogni sorta di libertinaggio, in breve tempo fece diventare Maometto capo di una truppa di briganti. Insieme con costoro scorreva i paesi dell’Oriente guadagnandosi i popoli, non con l’insinuare la Verità, non con miracoli o profezie, ma per unico argomento egli alzava la spada sul capo dei vinti gridando: o credere o morire”

 

San Giovanni Bosco

 

Storia Italia

L’UNITA’ CHE HA SEPOLTO I VALORI UNIVERSALI DELLA CIVILTA’ ITALIANA

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FEDOR DOSTOEVSKIJ SULL’UNITA’ D’ITALIA.

 

Per duemila anni l’Italia ha portato in sé un’idea universale capace di riunire il mondo, non una qualunque idea astratta, non la speculazione di una mente di gabinetto, ma un’idea reale, organica, frutto della vita della nazione, frutto della vita del mondo: l’idea dell’unione di tutto il mondo, da principio quella romana antica, poi la papale.
I popoli cresciuti e scomparsi in questi due millenni e mezzo in Italia comprendevano che erano i portatori di un’idea universale, e quando non lo comprendevano, lo sentivano e lo presentivano. La scienza, l’arte, tutto si rivestiva e penetrava di questo significato mondiale.

 

Ammettiamo pure che questa idea mondiale, alla fine, si era logorata, stremata ed esaurita (ma è stato proprio così?) ma che cosa è venuto al suo posto, per che cosa possiamo congratularci con l’Italia, che cosa ha ottenuto di meglio dopo la diplomazia del conte di Cavour?

 

È sorto un piccolo regno di second’ordine, che ha perduto qualsiasi pretesa di valore mondiale, […] un regno soddisfatto della sua unità, che non significa letteralmente nulla, un’unità meccanica e non spirituale (cioè non l’unità mondiale di una volta) e per di più pieno di debiti non pagati e soprattutto soddisfatto del suo essere un regno di second’ordine.

 

Ecco quel che ne è derivato, ecco la creazione del conte di Cavour!”

Fonte: Fëdor Michajlovic’ Dostoevskij, Diario di uno scrittore, ed. it. a cura di Ettore Lo Gatto, Sansoni, Firenze 1981, 1877, Maggio-Giugno, capitolo secondo, pp. 925-926

 

Monolandia, Società e politica

”CON IL SUO CURRICULUM NON VERREBBE ASSUNTO NEMMENO A SERVIR COLAZIONI”: GIULIANO POLETTI IL PARASSITA MASSACRATO DA UN GIOVANE AVVOCATO COSTRETTO AD EMIGRARE ALL’ESTERO.

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Giuliano Poletti 

 

 

di Paolo Binazzi Tiberi

 

Questa ė la lettera scritta da un ragazzo barese al ministro Poletti:

 

“Sig. Perito agrario Poletti (eh si,/ in un Paese che richiede la laurea/ anche per servire caffè in un bar, Lei e’ l’ennesimo caso di non laureato che raggiunge poltrone d’oro, vertici di rappresentanza delle istituzioni e stipendi pazzeschi), ho dato un’occhiata al suo curriculum e le garantisco che lei non verrebbe assunto neanche all’Arlington Hotel della mia Dublino a servire colazioni come io, giovane avvocato laureatomi in Italia, ho fatto per pagare le spese di sopravvivenza in un Paese straniero che mi ha dato una possibilità che il Suo Paese mi ha negato.

 

Lei, ministro del lavoro, il lavoro non sa neanche cosa sia, lei che non ha lavorato neanche un giorno della sua vita (il suo cv parla chiaro). Lei, che si rallegra di non avere tra i piedi gente come me, non ha la piu’ pallida idea di quanto lei sia un miracolato.

 

Lei non sa, perito agrario Poletti, che dietro ogni ragazzo che si trasferisce all’estero, ci sono una madre e un padre che piangono QUOTIDIANAMENTE la mancanza del figlio, c’e’ una sorella da vedere solo un paio di volte all’anno, degli amici da vedere solo su “facetime” e i cui figli probabilmente non ti riconosceranno mai come “zio”, c’e’ una sofferenza lancinante con la quale ci si abitua a convivere e che diventa poi quasi naturale e parte del tuo benessere/malessere quotidiano.

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