Archeologia, Egitto Canaan e dintorni, Etnie popoli e nazioni, Religione ebraismo

LA GRANDE GERUSALEMME 

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Dal torrente d’Egitto al fiume Eufrate “Secondo Rabbi Fischmann,” la terra promessa si estende dal fiume d’Egitto fino all’Eufrate, comprende parti di Siria e Libano. ” 

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Genesi 15:18   In quel giorno l’Eterno fece alleanza con Abramo, dicendo: “Io do alla tua progenie questo paese, dal fiume d’Egitto al gran fiume, il fiume Eufrate;  

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Ma prima di rompere  i zebedei  a mezzo mondo,  cercate di far pace con i vostri neuroni e mettervi d’accordo con i vostri archeologi  perché  qualcosa  di sicuro storicamente non funziona ….se arrivano a dire:

” Dopo 70 anni di scavi intensivi nella Terra d’Israele, gli archeologi hanno scoperto che: gli atti dei patriarchi sono leggendari, gli israeliti non soggiornarono in Egitto né fecero un esodo, non conquistarono la terra. Non si fa nemmeno menzione di dell’impero di Davide e di Salomone, né della fonte della fede nel Dio di Israele. Questi fatti sono noti da anni, ma Israele è un popolo testardo e nessuno ne vuole sapere.”

” (Ze’ev Herzog  , 29 ottobre 1999)

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” Tutti questi eventi [nei libri biblici dell’Esodo e di Giosuè] sono praticamente contraddetti dall’archeologia. ” 

( Ze’ev Herzog , 23 dicembre 1999)

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DA PLATONE A GESÙ, ATTRAVERSO LA FISICA DEL VUOTO SUPEFLUIDO: LA GNOSI CRISTIANA COME TEORIA DEL TUTTO

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Nessun filosofo e mai riuscito a superare le vette raggiunte da Platone.

Egli intuì’ la pre-esistenza delle idee alla creazione e anticipo’ di svariati secoli la teoria del vuoto Superfluido Neurale (vedi articolo in fondo) .

Come ho mostrato nel mio recente lavoro per la rivista australiana Journal of Multiscale Neuroscience, ma anche in alcuni articoli divulgativi per Altrogiornale e, ancora prima, nella ” Fisica di Dio”, il vuoto superfluido, o se si vuole l’Etere, spari’ nella relatività’ inizialmente e fu, poi, fatto rientrare dalla finestra con la follia dello spazio-tempo.

Recenti studi (2014) del SISSA di Trieste lo hanno riportato in vita, riconoscendo la natura fluidica (in particolare superfluidica) del vuoto, come mezzo sottostante e retrostante la fisica.

Ho fatto osservare come, se le sperimentazioni continueranno a mostrare la correttezza di questa tesi e proveranno anche la natura polare del vuoto, sara’ automatico giungere anche al suo comportamento “neurale” e quindi “pensante”, consentendoci di identificare fisicamente e scientificamente quello che possiamo definire come entità’ pensante e creatrice da cui tutto origina, ovvero Dio (dal vuoto, inteso come vuoto wuantomeccanico, infatti, si origina tutto quello che conosciamo nell’ Universo) .

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IL SUDARIO 

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Il sudario è tessuto di lino, realizzato da un tessitore di qualità professionale, che probabilmente era di proprietà solo di un uomo ricco (ad es. Giuseppe di Arimatea).

Le fibre di lino sono rintracciabili al Mediterraneo orientale o al Medio Oriente.

La cucitura è identica a un artefatto trovato a Masada in Israele, datato tra il 40 a.C. e il 73.

E il tessuto è stato altrimenti datato tra il 300 a.C. e il 300 d.C.

I test chimici e biologici dimostrano che ci sono macchie di sangue sul sudario, del gruppo sanguigno AB e del gruppo antigene MNS. Inoltre, non ci sono pigmenti di vernice di alcun tipo sul sudario, eliminando la possibilità che il sudario sia una sorta di falsificazione artistica estremamente intelligente.

Il sudario porta l’immagine di un uomo alto più o meno,

1,80 cm, con barba e capelli lunghi, muscoloso, visto di fronte e posteriormente.

Un uomo che aveva subito la crocifissione.

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L’ESODO EBRAICO SECONDO ROGER SABBAH

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Gli ebrei discenderebbero direttamente dagli egiziani. Una affermazione che stravolge completamente la visione ufficiale dell’Esodo biblico. Ora, una saggio di imminente uscita, dimostra che fu questa la verità e che i Giudei, la tribù di Levy, erano in realtà i nobili sacerdoti di Aton fuoriusciti dall’Egitto.

di Adriano Forgione

In seguito agli scavi condotti a Tell-El Amarna, l’antica Akhetaton, la città fatta costruire dal faraone eretico Akhenaton, una parte sino ad allora sconosciuta della storia egiziana venne alla luce. 

Una storia che i sacerdoti di Amon cancellarono perché considerata un abominio, in quanto contrassegnata da un faraone considerato un folle. Akhenaton trasformò il Paese d’Egitto in un regno monoteista. Le sue analogie con la figura di Mosé hanno portato Sigmund Freud, e altri ricercatori dopo di lui, ad identificarli come la medesima persona. “Se Mose fu egizio e se egli trasmise agli ebrei la propria religione, questa fu la religione di Akhenaton” scrisse in “L’uomo Mosé e la religione Monoteista”.  

In effetti Freud identificò in questo periodo della storia egizia il problema scottante delle origini del monoteismo. Ciò vuol dire che tra Bibbia ed egittologia esiste un nesso stretto in grado di apportare nuove risposte. Oggi si considerano gli ebrei come i discendenti degli hapiru o degli shasu, comunque popolazioni seminomadi che vivevano ai margini della società egizia. Ma si tratta di una ipotesi senza conferma. In realtà il popolo ebraico così come viene descritto non è mai esistito o meglio, la sua origine si è perduta nei meandri della storia. 

Roger e Messod Sabbah, linguisti e cabalisti francesi di origine ebraica, hanno fornito però una risposta: gli ebrei sono i discendenti degli egizi, gli abitanti di Akhetaton che intorno al 1344 a.C. furono costretti ad abbandonare la loro capitale. Costituiti da sacerdoti e manovalanza tennero comunque ben distinte le due caste, che nella nuova terra andarono a costituire due  nuclei differenti: i Giudei a Canaan mentre gli ebrei, la grande massa, nei territori di frontiera. 

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GRANDE ISRAELE: IL PIANO SIONISTA PER IL MEDIO ORIENTE

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 Maurizio Blondet  18 Agosto 2020 

Il famigerato “Piano Oded Yinon”. Introduzione di Michel Chossudovskys
di Israel Shahak e Prof Michel Chossudovsky

Ripubblichiamo questo articolo alla luce dei recenti sviluppi in Libano segnati dalla tragica esplosione di Beirut del 4 agosto 2020

Il Libano fa parte del progetto “Grande Israele” come delineato in questo importante articolo:
“Il Grande Israele creerebbe una serie di stati proxy. Includerebbe parti del Libano, Giordania, Siria, Sinai, nonché parti dell’Iraq e dell’Arabia Saudita “.

“La Palestina è andata! Andato! راحت فلسطين. La difficile situazione palestinese è selvaggiamente dolorosa e il dolore è aggravato dallo sconcertante licenziamento e cancellazione da parte delle potenze occidentali di quel dolore, Rima Najjar, Global Research, 7 giugno 2020

Introduzione

Il seguente documento relativo alla formazione del “Grande Israele” costituisce la pietra angolare di potenti fazioni sioniste all’interno dell’attuale governo Netanyahu, il partito Likud, nonché all’interno dell’establishment militare e dell’intelligence israeliana.

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MENACHEM BEGIN

MENACHEM BEGIN

Menachem Begin

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Uomo politico israeliano (Brest-Litovsk 1913 – Tel Aviv 1992). Dirigente del movimento giovanile sionista in Polonia, deportato in Siberia nel 1940-41, si trasferì in Palestina nel 1942, assumendo il comando dell’organizzazione terroristica Irgùn Zwaì Leumì, autrice di numerosi attentati antiarabi e antiinglesi negli anni immediatamente precedenti alla nascita dello stato di Israele (1948). 

Deputato alla knesset dal 1948, ministro senza portafoglio dal 1967 al 1970, nel 1973 assunse la leadership di una coalizione di partiti di destra (Likud) – tra i quali l’Herut, da lui fondato nel 1948 – che vinse le elezioni del 1977. 

Divenuto primo ministro, avviò trattative con il presidente egiziano Sādāt (con il quale condivise nel 1978 il premio Nobel per la pace), che portarono alla pace separata con l’Egitto del marzo 1979, accentuando contemporaneamente la lotta contro la resistenza palestinese e l’intransigenza nei confronti degli altri stati arabi vicini (ripetuti interventi in Libano fino all’invasione del 1982, annessione del Golan nel 1981, ecc.). 

Riconfermato primo ministro dopo le elezioni del 1981, si dimise nel 1983 per motivi di salute.

Fonte: Treccani

Link: https://www.treccani.it/enciclopedia/menahem-begin/

 MENACHEM BEGIN

Menachem Begin Data di nascita: 16.  Agosto 1913 Data di morte: 9. Marzo 1992 Menachem Wolfovitch Begin e stato un politico israeliano, Primo ministro di Israele dal 1977 al 1983 

“La nostra razza e la Razza dei maestri. Siamo dei divini su questo pianeta. Noi siamo tanto diversi dagli esseri umani inferiori che restano degli insetti. Infatti, rispetto alla nostra razza, le altre razze sono bestie, animali, bovini al massimo. Le altre razze sono escrementi umani. Il nostro destino e quello di governare queste razze inferiori. Il nostro regno terreno sarà  governato dal nostro leader con una verga di ferro. Le masse leccheranno i nostri piedi e ci serviranno come schiavi.” (Menachem Begin, Premio Nobel per la Pace 1978)

Fonte: Paolo D’Arpini

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Questa è la mentalità che governa “l’unica democrazia del Medio Oriente”. 

Hanno cercato di dire che questa citazione non è autentica ma fu Amnon Kapeliouk, un giornalista franco-israeliano a riportarla su The New Statesman il 25 giugno del 1982. 

Queste parole furono pronunciate da Begin davanti alla Knesset, il Parlamento israeliano. Questa è la vera natura dello stato ebraico.

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LE PAROLE DEL SAVI DELL’ANTICO EGITTO 

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La spada entra nel collo di chi la affila.

Fa’ del bene a chi ti fa del bene.

Nessuno conosce la propria sorte, quando fa progetti per il giorno dopo.

Il monumento dell’uomo é la sua perfezione: chi ha cattivo carattere viene dimenticato.

Dio conosce il malvagio. Dio punisce le sue colpe fino all’ultima goccia di sangue.

Il nome di un eroe poggia sulle sue imprese: esso non può perire in questa terra per l’eternità.

Quando fallisce una scure d’oro intarsiata di bronzo, fallisce anche un randello fatto con il legno del bosco.

PROVERBI ANTICHI (III e II mill. a.C.)

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Non preoccuparti di ciò che non si è ancora avverato, ma neppure rallegrati per ciò che non è ancora accaduto.

LAMENTAZIONI DELL’OASITA ELOQUENTE (Medio Regno)

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RIEMERGE IL PIÙ ANTICO MONASTERO CRISTIANO D’EGITTO

Il monastero. Ph. Ministero delle Antichità dell’Egitto

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Una missione archeologica franco-norvegese ha rivelato, nel fine settimana, la scoperta del più antico monastero cristiano d’Egitto: si trova in pieno deserto e risale al IV secolo d.C.

Una missione archeologica franco-norvegese, guidata dall’Institut français d’archéologie orientale, ha rivelato, nel fine settimana, di aver scoperto il più antico monastero cristiano noto in Egitto. Il sito è stato trovato nell’oasi di Bahariya, nel mezzo del deserto, a una distanza di circa 370 km dalla capitale Il Cairo. “La missione franco-norvegese”, ha spiegato il Ministero delle Antichità dell’Egitto in un comunicato diffuso sabato, “ha scoperto, durante la sua terza campagna di scavo nel sito di Tal Ganoub Qasr-al Agouz nell’oasi di Bahariya, molti edifici costruiti in basalto, altri scavati nella roccia e altri fatti di mattoni di argilla”. Il complesso è suddiviso in sei settori, dove sono state rinvenute le rovine di tre chiese e di celle monastiche le cui pareti mostrano graffiti e simboli con iscrizioni legate alla cultura copta. Sono stati ritrovati anche numerosi ostraka (frammenti di ceramica) con iscrizioni in greco che fanno riferimento ai monaci. Sulla parete di una chiesa sono stati rinvenuti anche alcuni passaggi biblici in greco, da cui si ricavano importanti informazioni sulla vita monastica nella zona. La scoperta risale all’anno scorso, ma gli scavi in quest’area sono cominciati una decina di anni fa.

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IPAZIA DI ALESSANDRIA

 

Ipazia

Ipazia da Alessandria d’Egitto (nata fra il 355 e il 370 – morta 8 marzo 415 dopo Cristo)

 

 

Di Donato Barone

 

premessa

 

Ho conosciuto Ipazia attraverso l’opera fondamentale di L. RussoLa rivoluzione dimenticata”. A pag. 30 Russo dedica alla donna poche righe:

 

“La fine della scienza antica si pone a volte nel 415, anno in cui la figlia di Teone, anche lei matematica (aveva scritto commenti ad Apollonio, Tolomeo e Diofanto) fu linciata ad Alessandria da una folla di cristiani fanatici per motivi religiosi” [1]

 

Nell’opera il nome di Ipazia ricorre più volte, ma certamente non è una delle protagoniste del lavoro di Russo. Per conoscere Ipazia bisogna leggere il testo di S. RoncheyIpazia: la vera storia” [2] in cui la storica e bizantinista delinea uno stupendo ritratto della matematica, scienziata e filosofa alessandrina.

 

 

Chi era Ipazia?

 

Le fonti sono unanimi, ma per ora soffermiamoci sulla prima, ovvero il Suda o Suida. Si tratta di un’opera enciclopedica pubblicata a Bisanzio nel X secolo in cui, tra l’altro, si cita Damascio, un filosofo neo-platonico vissuto tra il 480 ed il 550 ed ultimo scolarca  dell’Accademia di Atene, che parla di Ipazia nella Vita di Isidoro. Isidoro, maestro di Damascio ed ultimo sacerdote del Serapeo di Alessandria,  venne a conoscenza della vicenda di Ipazia attraverso il racconto di due sacerdoti alessandrini a lei contemporanei. [3] Le vicende di cui parla Damascio, pertanto, gli erano state trasmesse da Isidoro. Considerando che Damascio era pagano ed esponente della scuola neoplatonica di cui Ipazia era stata insigne rappresentante in Alessandria, non deve stupire se il suo racconto appaia un po’ agiografico. Secondo Damascio Ipazia nacque ad Alessandria, dove fu allevata ed istruita dal padre. La giovane non fu appagata dagli insegnamenti scientifici e matematici paterni e cominciò a studiare la filosofia, di cui divenne padrona. Indossando il mantello del filosofo (riservato agli uomini, ma lei non era molto ligia alle regole) si recava al centro della città e qui commentava pubblicamente le opere di Platone, Aristotele ed altri filosofi.  Scrive Damascio che ella

 

“Fu giusta e casta e rimase sempre vergine. Lei era così bella e ben fatta che uno dei suoi studenti si innamorò di lei, non fu capace di controllarsi e le mostrò apertamente la sua infatuazione. Alcuni narrano che Ipazia lo guarì dalla sua afflizione con l’aiuto della musica. Ma la storia della musica è inventata. In realtà lei raggruppò stracci che erano stati macchiati durante il suo periodo e li mostrò a lui come un segno della sua sporca discesa e disse, “Questo è ciò che tu ami, giovanotto, e non è bello!”. Alla brutta vista fu così colpito dalla vergogna e dallo stupore che esperimentò un cambiamento del cuore e diventò un uomo migliore.” [4]

 

 

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