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5 MAGGIO, NELL’ANNIVERSARIODELLA SUA MORTE RICORDIAMO BREVEMENTE CHI FU NAPOLEONE PER VENEZIA, PER IL VENETO E PER I VENETI
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Ciò che non vi hanno fatto vedere e non vi hanno detto.
Se il buon Gerard Depardieu si offende nell’apprendere che Bossi ha detto che Napoleone fu un dittatore, allo stesso ribadisco che non solo fu un dittatore, ma anche un rapinatore della peggiore specie, vile – in quanto “ammazzò” una Repubblica già vecchia e quasi morta. Che Napoleone sia stato un dittatore è fuori dubbio; che abbia cambiato la storia d’Europa: anche; ma che sia stato un macellaio, un predatore, un rapinatore, falso e ingannatore? anche! Taluni agiografi moderni esaltano le sue (scarse) virtù e i suoi meriti, in parte veri, come quello di aver dato impulso alla scienza ed alla ricerca e l’aver reintrodotto il Diritto Romano con i suoi nuovi codici civili (peraltro scopiazzati dalle Leggi della Repubblica di Venezia), ma la sostanza rimane.
Fu un generale oltremodo fortunato, specie nelle battaglie campali contro l’Austria la Prussia e la Russia (non va dimenticata una sua celebre frase: “non voglio generali esperti e capaci, voglio generali fortunati!!”), in quanto si trovò davanti eserciti guidati da condottieri vecchi di età e di cognizione della guerra moderna da lui ideata con grandi manovre a tenaglia. Per il resto, come uomo, non aveva assolutamente alcun ritegno morale e alla parola data dava un peso relativo…
Fu, infatti, fedifrago, iconoclasta, giacobino, liberticida, massone nel senso più deleterio della parola (infatti la campagna d’Egitto fu condotta per arrivare ai segreti massonici della scuola egiziana: altro che campagna scientifica…). Nelle fiction della RAI, fortunatamente per loro, della campagna d’Italia se ne parla poco, ma soprattutto della campagna del Veneto non se parla che minimamente, forse perché riconoscono che – come detto e scritto da quasi tutti gli Storici – quella fu una pagina molto triste e buia della sua vita… Egli entrò nella storia del Veneto e dei restanti territori della Serenissima come un tornado, depredando i beni ed umiliando i sentimenti più profondi di un popolo. Soffocò in bagni di sangue le rivolte che inevitabilmente scoppiavano, quali, ad esempio, le Pasque Veronesi, e come quella di mettere a morte chiunque gridasse “VIVA SAN MARCO”. Basti solo pensare che, forse per paura di una grandezza passata, fece scalpellare tutti i leoni di San Marco da ogni parte dei territori a lui assoggettati, quale una “damnato memoriae”.
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