Dominio potere e violenza, Economia e lavoro, Storia Italia

UN SIGILLO PER RUBARE MEGLIO

 

 

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Imposta Regno di Savoia

 

Non è un segreto che i Savoia abbiano portato in dote alla penisola unificata, una montagna di debiti:  li avevano prima dell’unità;

li hanno incrementati con le campagne militari organizzate per eliminare i legittimi governanti e insediarsi al loro posto;

150 anni più tardi il debito è fuori controllo diventando un buco nero in grado di inghiottire tutta l’Europa.

Ai tempi della Repubblica Veneta le tasse erano al 6%; oggi ci stanno soffocando con una pressione fiscale per le imprese, vicinissima al 70% ma lo negano.

Dal loro arrivo hanno solo pensato come, dove e in quale percentuale apporre nuove imposte e i successori si son dimostrati degni eredi: Imposta sul sale, sui fiammiferi, sull’energia elettrica, sul tabacco, sugli alcoolici, sugli accendini, sui carburanti, sui redditi, sul valore aggiunto, sulla casa, sui capannoni, sui rifiuti … su tutto e senza discontinuità, nemmeno nelle fasi cruciali della storia che hanno visto la trasformazione dell’Italia da Regno a Impero e da Impero a Repubblica.

Mai un momento di tregua fiscale.

 

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Geografia e ambiente, Natura e scienza, Religioni credenze e documenti

PICCOLA ERA GLACIALE E CACCIA ALLE STREGHE

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Europa Centrale, mezzogiorno del 3 agosto 1562. Il cielo improvvisamente comincia a farsi scuro, sembra che la notte sia scesa con ore di anticipo. Poco dopo comincia a soffiare un vento sempre più forte che presto si trasforma in tempesta. Le finestre delle case vanno in frantumi, i tetti vengono spazzati via come se fossero di paglia, gli alberi cadono come piegati da una forza sovrannaturale. Ma il peggio deve ancora venire. L’’acqua torrenziale si trasforma in una grandinata di intensità mai vista.

Frutteti e vigneti sono distrutti quasi all’istante, così come il grano nei campi. La gente ha cercato riparo nelle chiese o dentro le mura domestiche ma gli animali sono rimasti privi di protezione. A mezzanotte, quando finirà l’inferno, si conteranno migliaia di capi di bestiame e cavalli uccisi dalla tempesta. Un nobile spostandosi da Vienna a Bruxelles ricorderà di avere visto devastazione ovunque durante il suo viaggio, lasciando intendere che questa perturbazione di proporzioni bibliche ha avuto un fronte di diverse centinaia di chilometri.

Perturbazione che ancora oggi non sappiamo come si sia formata, ma della quale i contemporanei credevano di sapere con certezza l’origine: la stregoneria.

 

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Regno delle Due Sicilie, Religione cristianesimo

ERANO CALABRESI I LEGIONARI CHE TORTURARONO E CROCIFISSERO GESÙ

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Pilato e i suoi soldati sarebbero stati di origine Bruzia. Tra storia e leggenda questa antica tesi era utilizzata per “spiegare” come un castigo divino le numerose catastrofi naturali che periodicamente flagellano la regione

 

Domenico Luigi Costa, nelle sue “Memorie Storiche Calabresi”, edite nel 1994, di fronte ai continui disastri ed alle immani sciagure di ogni genere cui è stata soggetta la Calabria, si chiedeva quale maledizione potesse gravare su questa terra, peraltro così ricca di bellezze naturali ed artistiche.
Alla luce di quanto i calabresi in ogni tempo siano stati martoriati, soggiogati da invasioni, terremoti, incursioni barbaresche, epidemie, alluvioni, brigantaggio, ndrangheta e malaffare, l’uomo di cultura si domandava se non avesse un fondo di verità la leggenda secondo cui sulla Calabria pesi la maledizione divina per essere stati nostri antenati i soldati romani che materialmente attuarono la passione e morte di Nostro Signore Gesù Cristo.
Nel capitolo dedicato ai Crocifissori di Cristo, Costa si rifà allo storico ed umanista di Francica, Gabriele Barrio, vissuto nel XVI secolo, il quale, nella sua monumentale “De antiquitate et situ Calabriae”, edita nel 1571, smentisce nel modo più categorico quanti in passato hanno largamente riportato tale ipotesi, definendola “ripugnante diceria che i Brettii avessero crocifisso Cristo Nostro Signore”.

 

Luigi Domenico Costa, analizzando la vicenda dal lato storico, ci dice che ai tempi di Gesù i soldati agli ordini del pretore romano Ponzio Pilato, e Pilato stesso, fossero di origine Bruzia.

E, precisamente, ai tempi in cui fu commesso il “più grande delitto della storia”, erano stanziati in Palestina i soldati della “Coorte Italica” proveniente da Reggio, comandata da quel centurione Cornelio, che fu il primo pagano ad essere convertito da San Pietro. Così come, anche “La Legio X Fretensis” (dello Stretto) alla quale apparteneva quel tale Cassio Longino che ferì il costato di Gesù e dal quale fuoriuscì acqua e sangue, era composta da soldati nostri antenati, Bretti o Bruzi.
Molto più recentemente, circa un decennio fa, il quotidiano nazionale La Stampa, tra i più diffusi del Paese, nella sua pagina culturale, così titolava un suo articolo: “È stato un calabrese a trafiggere Gesù”, e proseguiva: “Nella Palestina dell’epoca era di stanza la decima legione Fretensis. L’aveva voluta Ottaviano, i suoi soldati provenivano dalla zona dello Stretto”.
Se così è, allora tutto ci è chiaro!

 

Fonte:  srs di Rocco Greco, da NEWS 24.it del 19 aprile 2019

Link: https://lacnews24.it/rocco-greco/erano-calabresi-i-legionari-uccisero-gesu_84463/?fbclid=IwAR3TtfQw00qQ1FaFjXNNWne9IjM1el1ZFrwybpNXekm7G4cEqQKx0i8pNg8

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Economia e lavoro, Società e politica

ARTIGIANI, MORIA DI IMPRESE: SCOMPARSE 6.500 AZIENDE IN SEI MESI

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La recessione? Per gli artigiani è già realtà. Nel primo semestre del 2019 il comparto artigiano ha vissuto una netta contrazione, tanto che secondo l’analisi effettuata dalla Cgia di Mestre sono scomparse 6.500le aziende solo nei primi sei mesi dell’anno. E la tendenza permane pesantemente negativa.

A pesare sugli artigiani, per la Cgia, sono soprattutto lo spettro dei maxi aumenti dell’Iva, il calo dei consumi, le tasse che non scendono, l’impennata degli affitti, l’accesso al credito che rimane difficoltoso.

 

Trentino Alto Adige, unica isola felice

Ad eccezione del Trentino Alto Adige, in tutte le altre regioni italiane il saldo del primo semestre è stato negativo.

I risultati più preoccupanti si sono registrati in Emilia Romagna(-761), in Sicilia (-700) e in Veneto(-629).

Per la Cgia è la «moria» delle aziende artigiane dura ormai da 10 anni.

Tra il 2009 e il 2018, infatti, il numero complessivo è sceso di quasi 165.600 unità.

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Economia e lavoro, Regno delle Due Sicilie, Società e politica

IL LAMENTO DEL CONSUMATORE DI TASSE MERIDIONALE

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Adriano Giannola

 

Adriano Giannola, presidente di Svimez e quindi meridionalista per professione,ha nel corso del tempo avversato le richieste di maggiore autonomia avanzate da alcune regioni settentrionali. Dapprima appellandosi alla Costituzione, poi sostenendo che dal residuo fiscale andrebbero dedotti gli interessi sui titoli di Stato posseduti dai residenti in quelle regioni. Adesso si spinge ad affermare che le regioni che chiedono più autonomia andrebbero incontro a una deindustrializzazione e meridionalizzazione.

 

E’ fondamentale chiarire le idee al Nord che si deindustrializza e si meridionalizza quanto più conta di riavere i suoi soldi come dice Zaia, e tanto più quanto punta a instaurare un sovranismo regionale a cui corrisponde la prospettiva di una più forte subalternità nell’Ue. Chi dice dobbiamo far crescere Milano, sottovaluta che il Nord da solo può ambire al massimo a fare il terzista di lusso alla Germania. Se si va avanti così, il Nord ritornerà sui livelli economici pre-crisi nel 2025”.

 

In pratica, pare che per Giannola la richiesta di maggiore autonomia sarebbe autolesionistica.

Posto che, nel fare da fornitori ad aziende tedesche, diverse imprese delle regioni in questione hanno generato ricchezza e posti di lavoro e questo non vedo come possa essere considerato negativamente, non si capisce per quale motivo dovrebbe esserci “una più forte subalternità nell’Ue”.

 

Non sembra che Paesi di dimensioni più piccoli dell’Italia siano subalterni nella Ue più dell’Italia stessa.

Si può forse dire che l’Olanda sia in una situazione di subalternità rispetto all’Italia? A me pare di no.

 

Credo che argomenti come questo non aiutino la causa di chi è contrario alla concessione di maggiore autonomia a talune regioni. Perché magari sarà una sensazione sbagliata, ma sembra moltoil lamento del consumatore di tasse nei confronti del produttore di tasseche cerca di ridurre il fardello che porta sulle spalle.

 

Fonte: srs di di MATTEO CORSINI,da Miglioverde del 22 agosto 2019

Link: https://www.miglioverde.eu/il-lamento-del-consumatore-di-tasse-meridionale/

 

 

 

Informazione e giornalismo, Senza categoria

PAOLO BERNARD. VERSIONE FINALE DI: NON POSSO PIU’ ESSERE GIORNALISTA. MOTIVI.

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Io ero giornalista quando potevo fare quello che vedete in foto. Era un altro universo, secolo, epoca, oggi scomparsi per me.

 

C’è un mio video che è circolato molto e in cui lascio una specie di “testamento“, indicato nel mio recente articolo sui metodi ‘fai-da-te’ di procurarsi eutanasia quando il morire ci riduce il fine-vita a un insulto alla dignità e ad un’agonia per nulla, mentre né medici né familiari sanno o possono aiutarci a spegnerci degnamente. Il video si conclude con un addio ai lettori, nel mio rammarico di non aver potuto fare di più come giornalista (si legga però l’ultimo paragrafo).

 

Per coloro che non si danno pace su come sia possibile che un Paolo Barnard getti la spugna del giornalismo, a prescindere da ciò che mi accade nella vita privata, è mio dovere ripetere, molto più in sintesi, ciò che già scrissi mesi fa. Eccovelo e un abbraccio a tutti.

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Archeologia Verona, Storia e arte - Verona, Storia moderna e revisionismo

8 SETTEMBRE 1943. FUGA DALLE CASERMETTE (CASERMA DUCA) DI MONTORIO VERONESE

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Casermette di Montorio 

 

Carissimi,
come saprete da molti anni mi occupo della ricerca dei parenti di caduti in guerra, deceduti in prigionia e sepolti nei Cimiteri Militari Italiani d’Onore in Germania, Austria e Polonia.
Dalla pubblicazione del mio blog (
Dimenticati di Stato) ricevo decine di richieste di ricerca, che cerco sempre di esaudire nel minor tempo possibile.


Qualche giorno fa’ mi e’ arrivata una mail un po’ particolare.

Mi scrive da Codogno (Lodi), il figlio di un ottantaseienne chiedendomi di aiutarlo in una ricerca per conto del padre.
Il Signor Monai Faustino, classe 1924, si trovava alle Casermette di Montorio (ora Caserma Duca) l’8 settembre 1943, giorno in cui fu annunciato l’armistizio e migliaia di militari italiani finirono in ostaggio dei tedeschi. La caserma fu completamente circondata dai soldati della Wermacht e gli occupanti fatti prigionieri per essere deportati in Germania.
Per sua fortuna il signor Monai, e alcuni altri con lui, riuscì a fuggire passando dalle fognature, che, secondo il suo racconto, sbucavano nei pressi di una corte in aperta campagna. Fu accolto, rifocillato e gli vennero dati degli abiti civili, così poté raggiungere la ferrovia, prendere un treno e tornare a casa, evitando la deportazione in Germania.
Ora, dopo 67 anni dagli eventi, questo signore vorrebbe venire a Montorio per rivedere quella cascina e magari le persone che contribuirono a evitargli 20 mesi di internamento, salvandogli probabilmente la vita.

Per questo mi rivolgo a voi, auspicando che possiate pubblicare queste righe e la lettera inviatami dal signor Monai, nella speranza che qualcuno si ricordi di quei ragazzi, permettendo magari di poterli far incontrare.
Sono in contatto con il figlio del signor Monai, che intende venire a Montorio nel mese di aprile o maggio.
Vi terrò informati.
Il Monai parla di un tombino all’interno del cortile delle Casermette che fungeva da fognatura e che scaricava in aperta campagna. Quale poteva essere la corte dove si recarono i tre militari in fuga?
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Veneto

DUCATI E ZECCHINI D’ORO DELLA REPUBBLICA DI VENEZIA

 

REPUBBLICA DI VENEZIA

 

Ducati e Zecchini d’oro 1280 – 1797

 

Ducato di Giovanni Dandolo

 

Nel 1284, il Maggior Consiglio di Venezia emise un decreto che ordinava le coniazioni di “Ducati d’oro fino del valore di 18 grossi d’argento ciascuno”.
Il grosso d’argento (Matapane) era, fino all’anno del decreto, la moneta veneziana più diffusa e accettata anche oltre i confini dello stato.

 

Il Ducato ebbe un grandissimo successo e fu imitato da numerose zecche dell’Europa orientale, in Grecia ed in Asia.

Si ritiene che la zecca di Venezia poteva coniare ogni anno da 1.500 a 2.000 chili di Ducati (poi chiamati zecchini), e non di rado riusciva a possedere il 15% di tutto l’oro presente sul globo. Sul diritto di queste monete posiamo osservare San Marco nimbato stante a destra mentre è in atto di consegnare un vessillo con la scritta DVX in verticale al Doge inginocchiato verso sinistra, con corno ed abiti dogali.

La leggenda è: SM VENET(I) (in verticale) a sinistra, ed il nome abbreviato del doge a destra.

 

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Dominio potere e violenza, Regno delle Due Sicilie, Storia moderna e revisionismo

ACCADDE OGGI 15 AGOSTO 1863 – ENTRA IN VIGORE LA LEGGE PICCA CHE AUTORIZZA DI FATTO LA LICENZA DI AMMAZZARCI

 

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L’ultima aberrante legge che decretò la fine del fenomeno del brigantaggio, vero e strenuo atto di ribellione e patriottismo soppresso nel sangue nella maniera più violenta mai vista.
Eh, amara riflessione: tanto che “eravamo felici” della dittatura monarchica sabauda italiana che, pensa te ci vollero anni di sangue, guerriglia, dolore, violenza e violazione dei più elementari diritti umana, per arrenderci. Onore ad ogni singola vittima. E tante ce ne furono. Grazie “fratellini” d’Italia.
La legge 15 agosto 1863, n. 1409 che riguardava la procedura per la repressione del brigantaggio e dei camorristi nelle Province infette e della renitenza alla leva, altrimenti detta LEGGE PICA dal nome del suo promotore, IL DEPUTATO ABRUZZESE GIUSEPPE PICA – fu una legge emanata dal neonato Regno Italiano Sabaudo in beffa agli articoli 24 e 71 dello Statuto Albertino che garantivano il principio di uguaglianza di tutti i sudditi dinanzi alla legge e la garanzia di un giudice.

Le pene, anche per un semplice sospetto, andavano dalla fucilazione ai lavori forzati a vita, ad anni di carcere, con attenuanti per chi si fosse consegnato o avesse collaborato con la giustizia.

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Cultura varia, Società e politica

L’EGEMONIA DI SINISTRA HA CREATO UN DESERTO E L’HA CHIAMATO CULTURA

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Antonio Gramsci

 

 

L’intellettuale organico ha dissolto concetti, valori e modelli positivi lasciando la società in balia del conformismo e della volgarità

 

La tesi di fondo è nota: la conquista del consenso politico e sociale passa attraverso la conquista culturale della società.

Poi fu Togliatti che, alla caduta del fascismo, provò su strada il disegno gramsciano e conquistò gruppi di intellettuali, spesso ex fascisti, case editrici e luoghi cruciali della cultura. Ma il suo progetto non bucò nella società che aveva ancora contrappesi forti, dalle parrocchie all’influenza americana, dai grandi mezzi di comunicazione come la Rai in mano al potere democristiano ai media in cui prevaleva l’evasione.

La vera svolta avviene col ’68: l’egemonia culturale non si identifica più col Pci, che pure resta il maggiore impresario, ma si sparge nell’arcipelago radicale di sinistra. Quell’egemonia si fa pervasiva, conquista linguaggi e profili, raggiunge la scuola e l’università, il cinema e il teatro, pervade le arti, i media e le redazioni.

 

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