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L’UNIONE EUROPEA È UN “MOSTRO” CHE DEVE ESSERE DISTRUTTO AL PIÙ PRESTO PRIMA CHE DIVENTI A TUTTI GLI EFFETTI UNO STATO TOTALITARIO

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Giugno 14, 2024

L’UNIONE EUROPEA È UN “MOSTRO” CHE DEVE ESSERE DISTRUTTO AL PIÙ PRESTO PRIMA CHE DIVENTI A TUTTI GLI EFFETTI UNO STATO TOTALITARIO

Leggetela attentamente questa intervista, sappiate che è stata fatta nel 2006 e non abbiamo cambiato una virgola su quanto avrete modo di leggere, che questo sia di monito a tutti coloro che ancora oggi dubitano ancora sulle reali intenzioni di chi sta devastando intere nazioni sotto lo slogan che dice….

...ce lo chiede l’Europa.

L’ex dissidente sovietico Vladimir Bukovsky mette in guardia da una dittatura nell’Unione europea. Prima si pone fine all’UE, meglio è.

Articolo pubblicato nel 2006.

Vladimir Bukovksy, ex dissidente sovietico di 63 anni, teme che l’Unione Europea si stia avviando a diventare un’altra Unione Sovietica. 

In un discorso tenuto a Bruxelles la scorsa settimana, Bukovsky ha definito l’UE un “mostro” che deve essere distrutto, prima lo si fa meglio è, prima che diventi un vero e proprio Stato totalitario.

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NINO GALLONI…IL VIDEO SCOMPARSONINO GALLONI…IL VIDEO SCOMPARSO DELLA DEMOLIZIONE DELL’ITALIANINO GALLONI…IL VIDEO SCOMPARSO

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.Riprendiamo questo post dal blog “Il Jester”. Il post linka a una lezione tenuta dall’economista Nino Galloni che però – nella sua lunghezza – non si limita a trattare dell’episodio evidenziato dal Jester. Merita in ogni caso di essere ascoltata tutta. (SiR)

Riprendiamo questo post dal blog “Il Jester” del 10 giugno 2012 

Se si potesse  ascoltate questa intervista in video,      http://youtu.be/t_ssGy0LXo0[/youtube]  ma che purtroppo   non si trova più su Yotube

 ci si   renderete conto della mostruosità del progetto che ha demolito l’Italia (industriale, e non solo) a partire dalla fine degli anni ’80.

In sintesi l’Italia voleva cambiare la sua economia in meglio, affinché fosse più competitiva e meno dipendente dall’Europa. 

Poi …poi….la Germania si è riunita, e Kohl fece un accordo con Mitterand. 

La Francia avrebbe appoggiato l’unificazione tedesca, ma in cambio la Germania avrebbe dovuto rinunciare al marco. 

La Germania accettò, ma come contropartita chiese alla Francia e non solo, un progetto di deindustrializzazione dell’Italia, poiché se l’Italia si fosse mantenuta forte dal punto di vista produttivo-industriale, l’accordo tra Kohl e Mitterrand sarebbe rimasto lettera morta….E  la Germania avrebbe pagato pesantemente sia la rinuncia al marco che la sua riunificazione. 

Da qui la “vendita”….la svendita dei nostri gioielli economici alla fine degli anni ’80,  anni 90 ..sotto una duplice pressione: esterna   ed  interna….di tutti quegli “affaristi”  che con la privatizzazione a prezzi di saldo avrebbero fatto un bel po’ di grassi affari alle spalle dell’italia..

Beh, che dire? ..Fu perfino confermato da    Visco, e dal Prodi che era presenta alla proposta…

Ci hanno letteralmente fottuto e continuano a fotterci. 

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Il video:

http://youtu.be/t_ssGy0LXo0[/youtube]

… che non esiste più 

Cultura varia, Pensieri e parole

L’OLOCAUSTO DELLE PAROLE E DEL PENSIERO. PIÙ POVERO È IL LINGUAGGIO, MENO ESISTE IL PENSIERO.

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L’olocausto delle parole e del pensiero di Cristoforo Clavé.

Più povero è il linguaggio, meno esiste il pensiero.

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′′ La graduale scomparsa dei tempi (congiuntivo, passato semplice, imperfetto, forme composte del futuro, participio passato…) dà luogo ad un pensiero al presente, limitato al momento, incapace di proiezioni nel tempo.

La generalizzazione del “tu”, la scomparsa delle maiuscole e della punteggiatura sono altrettanti colpi mortali portati alla sottigliezza dell’espressione.

Cancellare la parola ′′signorina′′ non solo è rinunciare all’estetica di una parola, ma anche promuovere l’idea che tra una bambina e una donna non c’è nulla.

Meno parole e meno verbi coniugati rappresentano inferiori capacità di esprimere le emozioni e meno possibilità di elaborare un pensiero.

Studi hanno dimostrato che parte della violenza nella sfera pubblica e privata deriva direttamente dall’incapacità di mettere parole sulle emozioni.

Senza parole per costruire un ragionamento, il “pensiero complesso” caro a Edgar Morin è ostacolato, reso impossibile.

Più povero è il linguaggio, meno esiste il pensiero.

La storia è ricca di esempi e gli scritti sono molti da Georges Orwell in 1984 a Ray Bradbury in Fahrenheit 451 che hanno raccontato come le dittature di ogni obbedienza ostacolassero il pensiero riducendo e torcendo il numero e il significato delle parole .

Non c’è pensiero critico senza pensiero. E non c’è pensiero senza parole.

Come costruire un pensiero ipotetico-deduttivo senza avere il controllo del condizionale? Come prendere in considerazione il futuro senza coniugare il futuro? Come comprendere una contemporaneità o un susseguirsi di elementi nel tempo, siano essi passati o futuri, nonché la loro durata relativa, senza una lingua che distingua tra ciò che sarebbe potuto essere, ciò che è stato, ciò che è, cosa potrebbe accadere, e cosa sarà dopo ciò che potrebbe accadere? 

Se un grido dovesse farsi sentire oggi, sarebbe quello rivolto a genitori e insegnanti: fate parlare, leggere e scrivere i vostri figli, i vostri studenti.

Insegna e pratica la lingua nelle sue forme più svariate, anche se sembra complicata, soprattutto se complicata. Perché in questo sforzo c’è la libertà. 

Coloro che spiegano a lungo che bisogna semplificare l’ortografia, scontare la lingua dei suoi “difetti”, abolire generi, tempi, sfumature, tutto ciò che crea complessità sono i becchini della mente umana. 

Non c’è libertà senza requisiti. Non c’è bellezza senza il pensiero della bellezza “.